I detenuti nelle carceri italiane


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Al 31 dicembre 2013 risultano detenute nelle carceri italiane 62.536 persone, il 4,8% in meno rispetto al 2012 (-8% sul 2010). Sono circa 10 milioni i detenuti nel mondo, condannati nella maggior parte dei casi. Il tasso di detenzione per 100.000 abitanti è pari a 103,8 in Italia, a 128,9 in Europa, a 145 nel mondo.

Il numero di detenuti presenti in Italia è di gran lunga superiore alla capienza regolamentare, fissata a 47.709 posti, ma il tasso di sovraffollamento è in costante diminuzione grazie ai recenti provvedimenti normativi e pari a 131,1 detenuti su 100 posti disponibili per il 2013, a 110,4 a novembre 2014 (151 nel 2010).

Il 61,5% dei detenuti ha una condanna definitiva, il 36,6% è in attesa di un giudizio definitivo e l’1,9% è sottoposto a misure di sicurezza. Dei 38.471 condannati detenuti in carcere, circa la metà (il 46,6%) deve scontare una pena inferiore a cinque anni.

Le persone che entrano in carcere ogni anno sono diminuite del 30% rispetto agli anni 2000. La maggior parte dei detenuti entrati nelle carceri (59.330 nel 2013) è in attesa di giudizio (85%), mentre il 14,3% ha una condanna definitiva. Il 15,9% dei reclusi che entra in carcere dallo stato della libertà esce dalla struttura nel giro di una settimana.

Oltre ai condannati detenuti (38.471), sono 29.741 nel 2013 i condannati che fruiscono di misura penale esterna al carcere, con un aumento del 70% rispetto al 2000. Per il 74,4% si tratta di misure alternative (affidamento in prova ai servizi, detenzione domiciliare e semilibertà), il 14,8% dei soggetti è coinvolto nei lavori di pubblica utilità e il 10,8% in altre misure come la libertà vigilata, la libertà controllata, la semidetenzione.

Le violazioni della normativa sugli stupefacenti rappresentano la tipologia più diffusa di reati per i detenuti presenti, con 24.273 casi (il 38,8%). Seguono i reati di rapina (18.064 casi, pari all 28,9%), e furto (13.531, il .21,6%).

Il 95,7% dei detenuti è di sesso maschile, una quota stabile nel corso del tempo. Le detenute con prole al seguito sono ospitate in sezioni maggiormente idonee ai bambini. Al 31/12/2013 sono 40 e quasi tutte hanno un solo figlio con sé, mentre sono 17 le donne in gravidanza.

Non mancano le forme di protesta: lo sciopero della fame è la più diffusa, 7.851 casi nel 2013, seguono il rifiuto del vitto (1.548 casi) e il danneggiamento degli oggetti (736 casi). Inoltre nel corso del 2013 sono stati registrati 42 casi di suicidio tra i soli maschi (pari a 0,7 su 1.000 detenuti maschi mediamente presenti) e 1.067 di tentato suicidio, mentre gli atti di autolesionismo sono stati 6.902.

Il 64% dei detenuti è nato in Italia. I detenuti stranieri, pari al 34,9%, provengono per la maggior parte dall’Africa (46,3%), in particolare da Marocco e Tunisia (rispettivamente 18,6 e 12%), e dall’Europa (41,6%).

Il 54,4% dei detenuti ha meno di quarant’anni. Una quota minoritaria (il 19,2%) ha più di 50 anni e il 5,7% più di 60. Nel 38,9% dei casi le persone detenute sono celibi o nubili.

I corsi scolatici attivati nel 2012-2013 sono stati 991: li ha frequentati il 24,7% della popolazione penitenziaria; quattro frequentanti su dieci sono stati i promossi. I corsi di avviamento professionale sono stati invece 318.

Risulta occupato in attività lavorative il 23,3% dei detenuti in carcere, in aumento del 13,6% rispetto al 2000.

Dal istat

http://www.istat.it/it/archivio/153369

periodo di riferimento 2013. Pubblicato  Marzo 19, 2015

Per informazioni
U.O. Criminalità, violenza contro le donne, giustizia

Franco Turetta
tel. 06.4673 7221
turetta@istat.it

Maria Giuseppina Muratore
tel. 06.4673 7453
muratore@istat.it

tag:
giustizia, giustizia civile, giustizia penale, illegalità, istituti penitenziari, omicidi, reati, statistica report, stranieri
argomento:
Giustizia e sicurezza
tipo di documento:
Comunicato stampa

Informazioni su GAVAC Onlus : Gruppo Assistenti Volontari Animatori Carcerari: Odv

GAVAC Onlus : Gruppo Assistenti Volontari Animatori Carcerari: In una casa accoglienza ubicata nel centro della città ospitiamo i detenuti in permesso e i loro familiari che vengono da lontano; all’interno del carcere seguiamo il primo progetto per la raccolta differenziata; gestiamo una cooperativa agricola e un allevamento di conigli dove coloro che prestano la loro opera si confrontano con le regole del mercato puntando sulla qualità dei prodotti; coltiviamo e patrociniamo l’aspirazione allo studio come veicolo per uscire dalle subculture della devianza; creiamo occasione di incontro tra le diverse provenienze geografiche; stimoliamo il desiderio di imparare un mestiere come opportunità per ridisegnare un futuro; distribuiamo vestiario e generi di prima necessità ai reclusi che non hanno nessuno. Questo ed altro ancora. In sintesi restituiamo dignità alle elementari aspirazioni umane.
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